Centro editoriale tra i più importanti d’Europa, Parigi rappresenta anche il teatro di una precoce, e ricchissima, circolazione delle idee e dei testi di Machiavelli, la cui diffusione inizia infatti già a partire dagli anni ’40 del ‘500. Punto essenziale, l’attenzione della cultura francese non riguarda soltanto i due capolavori politici del Segretario, i Discorsi e il Principe, ma si estende anche alla sua riflessione militare, come attestato dalle traduzioni dell’Arte della guerra. Dopo la notte di san Bartolomeo, e l’ondata di ostilità verso l’Italia che le fa seguito, le dottrine machiavelliane diventano oggetto di un acceso dibattito e, in molti casi, di critica feroce, come nel caso dei Discours di Gentillet, capofila di una fortunata linea antimachiavelliana destinata a essere problematizzata solo a fine ‘600, con il grande sforzo esegetico di Amelot de la Houssaye.
Stampatori:
Hierosme de Marnef (1515-1595)
Collabora con Guillaume Cavellat dal 1563 al 1576 (e, dopo la sua morte, con la vedova di questi, Denise Girault), pubblicando soprattutto testi di filosofia (oltre a Machiavelli spiccano le edizioni di Bovillus e Lucrezio), geometria e architettura.
n.22
Robert le Magnier (seconda metà XVI – prima metà XVII sec.)
n.23
Mathurin Hénault (15..-1654)
Apprendista di Pierre II Sevestre, è attivo soprattutto a Parigi e lavora, a partire dal 1635, con il figlio Jean.
n.36
Autori:
Jacques Gohory (1520-1576)
Medico di professione e grande difensore delle dottrine di Paracelso, Gohory è il primo traduttore francese di Machiavelli; nello specifico, appronta nel 1548 la prima versione integrale dei Discorsi, ripubblicata poi nel 1571 con l’aggiunta di una traduzione del Principe, plagiata in realtà da quella, risalente al 1553, di Guillaume Cappel.
n.23
Opere: